I PRODUTTORI DI MERCATOBRADO NON SONO CERTIFICATI BIOLOGICI. SONO AUTOCERTIFICATI GENUINI.



lunedì 27 febbraio 2012

CONTRO LA SVENDITA DELLE TERRE COLLETTIVE


ACCESSO ALLA TERRA E DIFESA DEI TERRITORI DALLA SVENDITA STATALE

LE TERRE PUBBLICHE NON APPARTENGONO ALLO STATO
LO STATO NON PUO’ VENDERE LE NOSTRE TERRE.
LE TERRE PUBBLICHE SONO UN BENE COLLETTIVO CHE ALLA COLLETTIVITA’ VA LASCIATO!

PER IMPEDIRE LA VENDITA DELLE TERRE DI PROPRIETA’ PUBBLICA PREVISTA DALL'art.66 (Dismissione di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola) 
PERCHE’:

La terra non può essere concepita in termini di possesso, perché è proprio in nome della proprietà privata e del profitto che le nostre terre sono ad oggi continuamente violentate, avvelenate e mostruosamente cementificate.

E’ un dato di fatto che dal profitto, ricavato dalla vendita dei beni comuni, non ha mai tratto vantaggio la comunità a cui quei beni dovrebbero appartenere.

Non crediamo alla favola del voler riavvicinare alla terra i giovani agricoltori, avrà più facile accesso alla terra solo chi se la può permettere; questa manovra è l’ennesima minaccia a ciò che resta delle piccole agricolture.
Nella norma stessa si fa riferimento ad un vincolo agricolo per 20 anni, successivi ed eventuali cambi di destinazione d’uso delle terre ne confermano la teoria.

E’ ridicolo voler far credere che una manovra simile, le cui risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro, possa contribuire al risanamento di un debito pubblico che si aggira sui 1800 miliardi( proprio mentre in Val di Susa si costruisce un mostro il cui costo PUBBLICO supera i 30 miliardi.)

Difendiamo l’autogoverno delle comunità locali attraverso la rivendicazione dello strumento, pratico e giuridico, delle comunanze. Sebbene il concetto dei diritti esercitati collettivamente è estraneo alla giurisprudenza moderna, le comunanze hanno storicamente conservato e migliorato il loro patrimonio, mentre l’identità d’impresa, dal dopoguerra ad oggi, ha significato sposare valori legati al paradigma capitalista dello sviluppo cioè i valori della massimizzazione del profitto, della competitività del mercato, dell’ottimizzazione dell’efficienza produttiva in funzione dell’interesse economico privato e della rendita.

Proponiamo la rivitalizzazione degli usi civici, il coinvolgimento diretto delle comunanze agrarie del nostro territorio in un percorso di riappropriazione delle terre collettive, la creazione di nuove comunanze agrarie anche a ridosso dei grossi agglomerati urbani per la progettazione e gestione sulle stesse.

Un paese che vende le terre agricole pubbliche rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, perde la capacità di produrre cibo locale e di qualità, sceglie di perdere le culture e la storia ad esso legate.



"Il collettivismo agrario che contraddistingue le Comunanze, i Domini collettivi, le Università agrarie e le altre associazioni agrarie di uso civico, non costituisce un residuo storico del passato, ma rappresenta una risorsa antica ed attualissima per la nostra Regione.
Infatti, la loro forte concentrazione nel territorio regionale, concorre attivamente al consolidamento delle attività economiche, all’attuazione di interventi di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, alla conservazione del patrimonio monumentale.
In secondo luogo, nell’attuale fase di sviluppo delle aree rurali, alle associazioni agrarie va riconosciuta la capacità di far nascere indotti nella manifattura familiare, artigianale e nel settore dei servizi del sistema locale." da Uncem Umbria Marzo2011.

Info e contatti
MERCATOBRADO: mercatanti@gmail.com
TERRA FUORI MERCATO: terzo sabato del mese Ponte San Giovanni, Perugia
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE POPOLARE ORVIETO:
LA TERRA COMUNE: laterracomune@gmail.com
CIRCOLO NOVA ISLAND: madonna alta, Perugia

domenica 19 febbraio 2012

MercatoBrado è un luogo di confronto, discussione e degustazione di prodotti genuini ed autoproduzioni.
Si comincia con un pranzo collettivo e condivisibile per poi incontrare produttori, trasformatori, artigiani o scambiare “avanzi domestici”, MercatoBrado riunisce infatti autoproduzioni e baratto.
MercatoBrado è rivolto a consumatori e non a consumisti, a coloro che sanno o sapranno apprezzare il lavoro della terra, il sudore, le lacrime e le gioie nelle coltivazioni su piccola-piccolissima scala, appena fuori dalla sussistenza, dove la garanzia dei prodotti sta proprio nel “Io mangio-Tu mangi”, nessun contadino mangerebbe mai frutti o verdure trattate, sebbene le abbia trattate lui sapendo cosa si nasconde dietro tal concime; a coloro che sanno o sapranno sorprendere le loro papille gustative di sapori veri, originali, pieni di carattere, che avranno il piacere di confrontarsi tra salamoie e salse, tra creme e marmellate, che ricorderanno le giornate passate a guardare i nonni intenti a sbollentare pomodori e sterilizzare vasetti; a coloro che sanno o sapranno curiosare in una borsa o dietro uno specchio, che vorranno sedersi e sfogliare un libro, che gioiranno nel riprendersi un po’ di quel tempo che ci è stato rubato tra un te’ e un sottofondo musicale, senza preoccuparsi dei propri figli intenti a divertirsi con altri bambini.
MercatoBrado non è altro che uno spazio rubato al tempo, dove ognuno è se stesso lontano dal caos e dal ritmo frenetico della giornata, è un luogo in crescendo.
I produttori di MercatoBrado non sono certificati biologici, sono autocertificati genuini, una pratica consolidata di garanzia per il produttore e il consumatore, le schede di autocertificazione sono compilate dal produttore stesso, che è tenuto ad esporla sul banco, il consumatore è invitato a leggerle, a confrontarsi con il produttore e ad integrarla se lo ritiene necessario.
Il confronto tra produttori e consumatori è il motore di questo progetto, durante ogni mercato, poco dopo pranzo, c’è una riunione aperta con i produttori dove si possono scambiare informazioni, consigli, risolvere dubbi, crescere, sia come progetto che come persone, per creare un’alleanza.
I produttori di MercatoBrado effettuano lo scontrino etico, un prezzo equo sia per i piccoli coltivatori o trasformatori che per i consumatori, portatori di consapevolezza e attori di una scelta che non li vede spettatori del modello agroindustriale ma conservatori di saperi legati alla terra e al proprio patrimonio. Ed è per questo che noi organizziamo questo mercato: perché crediamo che il cibo non possa essere considerato una merce. La terra non è e non sarà mai un supermercato. È un bene comune. Il suo destino naturale è l’uso e il godimento comune.
I contadini non sono produttori di merci, sono guardiani della terra e della nostra sopravvivenza comune. Ed è per questo che il prodotto che acquisterai  oltre al suo valore intrinseco porta con sè un importantissimo valore sociale.
MercatoBrado aderisce alla campagna nazionale Genuino Clandestino, movimento di resistenza contadina.